Le rocce di Belogradchik e la Fortezza di Kaleto – MyBulgarianLife
Il viaggio in Bulgaria inizia verso nord ovest. Senza fermarci nella capitale Sofia ci dirigiamo verso Belogradchik (Белоградчик), una città il cui nome significa “piccola città bianca” situata ai piedi dei Monti Balcani (Stàra Planinà) vicina al confine con la Serbia e a 50 km a sud del Danubio.
Per arrivare percorriamo la campagna e ci imbattiamo subito nel folklore locale quando ci fermiamo a pranzare in una tipica “locanda” del posto.
Ci colpisce subito l’estrema semplicità della location, a tratti ci stupiamo dello stile: il bagno è fuori con la porta di legno appoggiata vicino alla spazzatura da bruciare nel prato, la cucina del locale è come quella di una casa e le pietanze sono in parte conservate nel frigo direttamente dentro le pentole, la carne viene arrostita su una piastra alimentata a legna sul ciglio della strada.
Compaiono durante il tragitto i segni abbandonati dalla storia comunista del Paese ed anche i tipici mezzi di trasporto locali carretti trainati da cavalli che portano l’intera famiglia dal paese al campo da coltivare.
La città di Belogradchik – un paese più che una città – ci colpisce con un moderno hotel e una bella piazza all’ingresso. Ci imbattiamo però immediatamente nelle case degli abitanti e negli edifici in generale spesso in condizioni di degrado anche se abitate. Ci sono anche edifici e case in buono stato e dignitose ma tutto dà la sensazione di “incompiuto”.
Le Rocce di Belogradchik
Le Rocce di Belogradchik sono formazioni rocciose molto suggestive che a tratti ricordano la Città rocciosa di Adršpach , esse coprono una superficie di 90 Km quadrati e arrivano fino a 200 metri di altezza. Queste rocce in arenaria e pietra calcarea sono state modellate nel corso di milioni di anni dai fenomeni naturali.
Le rocce possono subito essere viste già percorrendo pochi metri dalla piazza principale e se ci si spinge lungo un sentiero è anche possibile scovare un Teatro risalente al 1965 e abbandonato, il che è un vero peccato.
Se invece si sale lungo le strade del paese si arriva alla Fortezza di Kaleto da cui è possibile vedere un suggestivo panorama roccioso dai colori che vanno dal giallo al rosso!
Il loro aspetto ha alimentato molte leggende. Una tra tutte narra la storia di una giovane suora di nome Valentina nota per la sua bellezza. Un giorno, durante una festa religiosa, un giovane aristocratico se ne innamorò. Tra i due nacque una storia d’amore clandestina che venne scoperta solo quando Valentina diede alla luce un bambino nel convento. La madre superiora e le suore ne decretarono l’espulsione. Valentina lasciò in lacrime il convento e il suo amante le corse incontro a cavallo. In quell’istante il cielo si oscurò e iniziarono tuoni terribili. La terra si aprì e inghiottì il convento e tutti i presenti furono trasformati in pietra, compresa Valentina che divenne la roccia nota con il nome di “Madonna“.
La Fortezza di Kaleto
Perfettamente mimetizzata tra le rocce, questa fortezza fu costruita dai romani e poi ampliata dai bizantini, dai bulgari e dai turchi. Sembra che l’opera umana e la natura abbiano contribuito insieme e in egual misura nella costruzione della fortezza: un muro finisce dove continua una roccia verticale che ricorda una torre e di lì continua con un pinnacolo per proseguire su una balconata naturale. Passaggi angusti, scale e sentieri si snodano in questa formazione. Il paesaggio circostante è arido, il colore bruno della roccia prevale. Mentre tutt’intorno la fortezza è circondata da boschi nei quali emergono in lontananza in ordine sparso altre formazioni rocciose. Pensando alle lingue parlate in questo luogo si capisce la peculiarità della posizione. Merita di rilassarsi qualche minuto all’ombra di un albero a contatto con la nuda roccia per carpirne tutta la sua silenziosa magia.