Montefalco: vino, olio, arte e leggenda
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Montefalco: vino, olio, arte e leggenda

Sulla valle che si estende da Perugia a Spoleto si trova la “ringhiera dell’Umbria“, santuario dell’arte umbro-toscana per i suoi celebri affreschi e terra di vini e di olio. Ti voglio parlare di Coccorone, ufficialmente nota come Montefalco.
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Questa città medievale si trova in Umbria in provincia di Perugia e fino a metà del 1200 era chiamato Coccorone. Proprio in questo periodo prende forma la prima leggenda. Le truppe di Federico II attaccarono la città e si stanziarono poco distante da Coccorone. Pare però che i falchi, animali molto amati dal giovane Federico II, scelsero di posarsi proprio in città invece delle campagne circostanti dove egli si trovava. Gli abitanti di Coccorone presero i falchi fuggiti per riportarli a Federico II con la richiesta di non attaccare il paese. Coccorone fu salvo e ribattezzato Montefalco.

 

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All’interno del Museo della Chiesa di San Francesco è custodita l’abside centrale affrescata da Benozzo Gozzoli nel 1452 e narrante la storia della vita di San Francesco, commissionata da Jacopo da Montefalco.
Il percorso museale all’interno della chiesa contiene tra i tanti, un dipinto del 1503 di Pietro Vannucci detto il Perugino.
La piazza principale, centro nevralgico cittadino accoglie il Palazzo Comunale con il loggiato quattrocentesco e la torre comunale.
Le mura cittadine e le sue quattro porte d’ingresso perfettamente conservate racchiudono palazzi signorili e chiese.

 

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In particolare nella Chiesa di Sant’Agostino si trova una teca in cui è custodito il Beato Pellegrino. Una leggenda mista a tradizione vuole che questo pellegrino, arrivato a Montefalco dalla Spagna per venerare il corpo della Beata Chiara, si fosse recato a Sant’Agostino per venerare i corpi delle Beate Chiarella e Illuminata, nella cui Chiesa sono ancora presenti i corpi in una teca. Fatta sera, il pellegrino, ormai stanco, chiese ospitalità ai frati e ottenutala, prima di andare a riposare tornò in chiesa, dove al mattino lo ritrovò il sacrestano. Era seduto appoggiato a un confessionale, nella stessa posizione in cui possiamo ancora vederlo. Quando i frati si accorsero che era morto, gli tolsero di dosso i documenti e lo seppellirono. La mattina dopo venne ritrovato il corpo fuori dal sepolcro e questo inspiegabile avvenimento si ripeté anche nei giorni che seguirono. Venne quindi collocato nel campanile, dove rimase per cento anni senza che il corpo si decomponesse.

 

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Numerosissime sono le cantine e i produttori di vino e di oli della zona. Montefalco è circondata da panorami infiniti di vigneti e ulivi. Vi consiglio di assaggiare una semplice bruschetta con l’olio del posto, un bicchiere di vino locale, il Rosso di Montefalco, e le Fettuccine Sagrantino, pasta ai funghi nel cui impasto è stato aggiunto un gustoso vino locale il Sagrantino appunto che abbiamo assaggiato presso il ristorante “Coccorone“.

 

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Insomma la città di Montefalco ha tutte le carte in regola per accogliere tra le sue vie, i sui edifici e le sue botteghe i visitatori che vogliono trascorrere una giornata speciale.

 

Buon viaggio!

 

Link Utili:

 

  1. Montefalco doc – Sito Istituzionale del Comune di Montefalco
  2. Strada del Sagrantino
  3. Museo San Francesco Montefalco – Pagina Facebook Ufficiale

 

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