Villa Pisani, la Regina delle Ville Venete sul Naviglio del Brenta
Il Naviglio del Brenta è un ramo del fiume Brenta che parte da Stra e sfocia nella laguna Veneta. Tramite il canale Piovego, il naviglio rappresenta il collegamento fluviale fra la laguna di Venezia e Padova.
La zona abitata lungo il naviglio è la Riviera del Brenta; tra il XVI e il XVIII secolo vi sorsero le note ville venete, residenze estive della nobiltà veneziana.
Su questi percorsi fluviali transitavano le merci dirette dall’entroterra alla Repubblica Serenissima di Venezia, il trasporto avveniva con barconi detti burchi trainati lungo le rive da cavalli. Vi transitavano anche le barche per il trasporto di posta e passeggeri, i “Burchielli“, lussuose imbarcazioni usate dai veneziani facoltosi per raggiungere le loro ville in campagna. Ancora oggi è possibile percorrere un tratto di Naviglio tramite i moderni Burchielli.
La Regina indiscussa delle Ville Venete è Villa Pisani detta la Nazionale e si trova nel Comune di Stra.
Villa Pisani è l’unica delle Ville sul Naviglio del Brenta che appartiene ai Beni Culturali è pertanto un Museo Nazionale. Altre ville possono essere visitate ma sono tutte private e necessitano di prenotazione.
Questa maestosa villa, voluta dai nobili Pisani, ha ospitato nelle sue 114 stanze dogi, re e imperatori, e conserva arredi e opere d’arte del Settecento e dell’Ottocento, tra cui il capolavoro di Gianbattista Tiepolo “Gloria della famiglia Pisani”, affrescato sul soffitto della maestosa Sala da Ballo.
La Storia
I Pisani di Santo Stefano, cui si deve la costruzione della villa, costituivano un importante ramo del casato Pisani, antica famiglia patrizia veneziana. Arricchitisi enormemente nel corso del Trecento grazie ai traffici commerciali e alle rendite immobiliari, raggiunsero il maggiore splendore nel Settecento quando arrivarono a ricoprire le più alte cariche della Repubblica di Venezia.
Alvise Pisani (1664 – 1741) fu ambasciatore alla corte del Re Sole, il quale fu padrino di uno dei suoi figli, e venne poi eletto doge nel 1735.
Il crollo della Repubblica (1797) prima, il vizio del gioco poi spinsero i Pisani a indebitarsi rovinosamente. Fu per questo che si trovarono costretti a vendere la villa a Napoleone Bonaparte che era diventato re d’Italia nel 1805, l’11 gennaio 1807, per 1.901.000 di lire venete.
La villa venne donata dall’imperatore Bonaparte al figliastro Eugenio di Beauharnais, vicerè d’Italia. Eugenio, raffinato mecenate, commissionò una serie di lavori di ammodernamento che cambiarono l’aspetto di molte sale della residenza e del parco.
Nel 1814 le sorti dell’Europa, decise a Waterloo, portarono a villa Pisani la famiglia imperiale asburgica, ora divenuta signora del regno Lombardo-Veneto. La dimora divenne così luogo di villeggiatura prediletto dall’imperatrice d’Austria Marianna Carolina e ospitò il meglio dell’aristocrazia europea, dal re di Spagna Carlo IV (1815) allo zar di Russia Alessandro I (1822), dal re di Napoli Ferdinando II(1837) al re di Grecia Ottone (1837) e molti altri.
Nel 1866, quando il Veneto venne annesso al regno d’Italia, la villa non entrò a far parte dei beni della corona di casa Savoia ma divenne invece proprietà di stato, perdendo così la sua funzione di rappresentanza.
Divenne museo nel 1884 e fu meta di visita di personaggi quali Wagner, D’Annunzio (che vi ambientò una scena fondamentale del suo romanzo Il Fuoco), Mussolini e Hitler (il cui primo incontro ufficiale avvenne qui, nel 1934), Pasolini (che girò nelle sale della villa e nel parco un episodio del suo film Porcile).
Il Parco
Il progetto del parco è basato sull’incrocio di assi ottici. In fondo ci colpiscono subito le scuderie per i cavalli, progettate dall’architetto Gerolamo Frigimelica. Nel Parco ci imbattiamo anche nella Terrazza belvedere, di forma esagonale, frequentatissima dalle dame e cortigiane che vi sostavano per schiarire i capelli grazie a miscugli di erbe. Interessante scoperta sono le 2 Ghiacciaie una in stile italiano e una in stile francese. La ghiacciaia è una collinetta artificiale internamente cava e con intorno un fossato. Nel fossato, d’inverno, l’acqua ghiacciava; il ghiaccio veniva tagliato in grossi blocchi che, attraverso un cunicolo, venivano accumulati all’interno della collinetta e servivano per conservare d’estate, cibi e bevande. Sulla collinetta si eleva un’aerea loggia a pianta quadrata detta anche “coffee house”, luogo di sosta e ristoro durante le passeggiate nel parco. A lato delle scuderie si trovano alcune costruzioni dedicate alla coltivazione di agrumi e piante tropicali (Orangerie).
Un fiore all’occhiello di Villa Pisani è il famoso Labirinto di siepi di bosso. Al centro del labirinto vi è una torretta. Non ti preoccupare se non riesci a raggiungerla, un custode è pronto ad aiutarti ma solo se glielo chiedi espressamente.
Il labirinto è strettamente collegato al mito di Cnosso. Apollodoro, scrittore del I secolo a.C., narra la storia di Teseo che, grazie alla complicità di Arianna, riesce a uccidere il terribile Minotauro (il mostro metà uomo e metà toro), nascosto al centro del dedalo di Cnosso, a Creta, e a trovare poi la via d’uscita.
Il labirinto è un archetipo molto importante nella storia umana e quello di Creta è solo il più famoso di una serie di labirinti che, sotto varie vesti e differenti aspetti, hanno accompagnato l’evoluzione dell’uomo. Nel mito greco il labirinto è una prigione da cui non si può fuggire, nell’Eneide nasconde l’entrata dell’Ade. L’arte tantrica vede nel labirinto l’aspetto mentale dello spirito. L’antico dedalo egizio, invece, rifletteva la struttura dell’universo. Gli Indiani d’America pensano che sia il passaggio da cui emersero ed entrarono nel mondo i loro antenati. In alcune regioni africane il labirinto ha la forma di una giostra strategica. Nell’isola di Malekula il dedalo è un gioco di abilità, e in India il kolam è una forma di buon auspicio. L’uomo medievale pensava che rappresentasse la via di un pellegrinaggio. In Cina il labirinto ha una funzione di difesa contro gli assalti del male. I vialetti davanti alle case sono sempre di forma sinuosa perché c’è la credenza che il drago del male può camminare solo dritto e quindi non percorre strade curve. In Corea un labirinto contiene e conserva il più antico testo buddhista. Per il buddhismo il labirinto è un’immagine del mandala: il processo mediante cui il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo esso consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente. Per la massoneria il dedalo è l’immagine della ricerca interiore; esso simboleggia l’incessante ricerca della verità che prevede un cammino lungo, difficoltoso e generalmente solitario. (fonte: Il Labirinto di Chiara Cesario)
Al centro del Parco fu costruita infine recentemente (1911) una “piscina” dall’Istituto Idrografico dell’Università di Padova per effettuare studi idraulici.
Informazioni Utili
ORARI DAL 1 APRILE AL 30 SETTEMBRE 2015
9.00 – 19.00 (19.00 – 20.00 solo uscita)
ORARI DAL 1 OTTOBRE 2015 AL 31 MARZO 2016
9.00 – 16.00 (16.00 – 17.00 solo uscita)
Chiuso il 1° gennaio e il 25 dicembre, salvo diverse disposizioni ministeriali. Info 049 502074.
Attenzione in caso di maltempo il Labirinto viene chiuso al pubblico e non è accessibile a portatori di handicap motori.
BIGLIETTI
Villa + parco + mostra
Intero € 10,00 – Ridotto (18-25 anni) € 7,50
Solo parco
Intero € 7,50 – Ridotto (18-25 anni) € 5,00
La prima domenica del mese l’ingresso è gratuito. Maggiori info sul SITO UFFICIALE.