Il Monastero di Rila e la Grotta di Sveti Ivan - MyBulgarianLife
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Il Monastero di Rila e la Grotta di Sveti Ivan – MyBulgarianLife

A metà del 1300 i turchi ottomani iniziarono a invadere la Bulgaria settentrionale della Penisola Balcanica e in 30 anni conquistarono l’intera Bulgaria.
Il giogo ottomano durò ben 5 secoli.

 

In questo periodo la Bulgaria fu isolata dal resto dell’Europa occidentale cristiana e fu esclusa dai progressi culturali ed intellettuali del continente.

Quasi la metà della popolazione bulgara fu sterminata o ridotta in schiavitù. Chiese e monasteri furono distrutti, chiusi o convertiti in moschee. Le rivolte furono soffocate nel sangue e molti bulgari abbandonarono la nazione.

 

L’identità nazionale, culturale e cristiana della Bulgaria riuscì a sopravvivere soprattutto grazie ai monasteri. Un esempio è il Monastero di Rila. I turchi tollerarono – grazie a degli accordi su carta e firmati da entrambe le parti – che la vita di alcuni monasteri continuasse e che non fossero saccheggiati.

 

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Proprio all’interno dei monasteri venivano tramandati riti e tradizioni ed i monaci trascrivevano con cura importanti manoscritti per poter custodire la cultura bulgara fino al momento in cui ebbe nuovamente la possibilità di riemergere senza rischio di essere soffocata.

 

Lungo le strade della Bulgaria si incontrano spesso stradine che portano ai monasteri ortodossi ma pochissimi sono integri e svolgono le funzioni di monastero.

 

 

Il Monastero di Rila

 

Il Monastero di Rila è il più grande (ma poi così grande in realtà non è a mio avviso ndr) e il più famoso. Esso si trova nel Massiccio del Rila ed è un luogo molto frequentato sia da pellegrini bulgari sia da turisti e viaggiatori.

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In mezzo al Massiccio del Rila

La strada che porta all’ingresso del Monastero è satura, su entrambi i lati, di bancarelle che vendono prodotti tipici quali tegami e piatti, miele di produzione locale, erbe e spezie ma anche souvenir.

 

Questo Monastero fu fondato nel 927 d.C. da un monaco eremita Ivan Rilski.

 

Esso contribuì in modo determinante alla conservazione della cultura e della religione della Bulgaria durante il dominio ottomano anche se venne saccheggiato ripetutamente nel corso dei secoli.

 

Nel 1833 il Monastero di Rila subì persino un incendio che distrusse quasi tutti gli edifici. I fedeli si mobilitarono immediatamente e grazie alle donazioni dei bulgari e dei turisti il Monastero fu ricostruito nel giro di un anno.

 

La Lingua Bulgara

 

La lingua bulgara è la più antica lingua scritta e letteraria tra quelle slave.

 

Alla fine del IX secolo, San Clemente di Ocrida (considerato il primo Vescovo bulgaro e Patrono della Macedonia), che si era stabilito a Preslav (Bulgaria) creò l’alfabeto cirillico, che rimpiazzò quasi completamente l’alfabeto precedente.

 

Alla fine del X secolo, missionari bulgari portano in Russia i libri bulgari e diffondono l’alfabeto cirillico.

 

L’antico bulgaro fino ad oggi è la lingua liturgica in molti paesi slavi questo perché durante il periodo ottomano utilizzare il cirillico permetteva di non farsi capire dai turchi.

 

Il complesso del Monastero di Rila

 

Entrando nel Monastero si rimane stupiti dal senso di pace e anche dagli elementi che compongono il complesso. Sembra quasi di andare indietro nel tempo. I monaci corrono di qua e di là sempre indaffarati.

 

Ingresso

Ingresso (particolare)

 

Lungo il perimetro si affacciano, distribuiti su quattro piani, i balconi delle celle monastiche, dei magazzini, del refettorio e della cucina.

 

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La Chiesa di Rozhdestvo Bogorodichno (Chiesa della Natività) è la più grandiosa chiesa monastica della Bulgaria. Sormontata da tre cupole e presenta le pareti esterne ricoperte da affreschi.

 

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All’interno del complesso si trova la Torre Hreliova alta 23 m originaria del XIV secolo.

 

 

Vi è anche un Museo in cui è possibile vedere oggetti sacri e manoscritti ma la cosa più entusiasmante è la Croce di Rila.

 

La Croce di Rila

 

La Croce di Rila è un crocifisso intagliato da un certo fratello Raphael tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. Contiene 140 scene e iscrizioni bibliche e compaiono in esso ben 650 figure umane. Raphael lavorò a lungo con la lente di ingrandimento per questa vera opera d’arte in miniatura tanto che diventò cieco!

 

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L’eremo di Sveti Luca e la Grotta di Sveti Ivan

 

 

A 4 km dal Monastero di Rila seguendo una strada asfaltata si arriva infine ad un parcheggio. Da qui inizia un sentiero nel bosco e in leggera salita che conduce all’Eremo di Sveti Luca (1798). L’inizio è indicato dall’immagine imponente di Sveti Ivan (il santo patrono della Bulgaria). Alla base dell’immagine è possibile trovare bastoni di fortuna di precedenti escursionisti.

 

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Il cammino non è lungo e dopo poco si arriva alla Chiesa di Sveti Luca. Dietro la Chiesa c’è la Grotta di Sveti Ivan, dove visse ed è sepolto il fondatore del Monastero di Rila, Ivan Rilski.

 

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Quando siamo arrivati c’erano anche altri viaggiatori che scrivevano su dei bigliettini infilandoli poi nelle rocce.

 

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Curiosa gli chiedo cosa stessero facendo e mi spiegano che esiste una leggenda: si scrive un desiderio o una preghiera su un biglietto e si incastra tra le rocce, poi si entra nella grotta e se si riesce a uscire dall’apertura sul tetto dall’altro lato (arrampicandosi) si può sperare che il desiderio o la preghiera venga ascoltata ed esaudita.

 

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Pare infatti che tutti coloro che riescono a passare da questo pertugio molto stretto siano senza peccato.

 

Grazie alla torcia di Hristo e alla macchina fotografica della moglie Ani siamo riusciti a testimoniare questo bel momento e soprattutto a fare due chiacchiere con entrambi.

 

Li ringrazio per aver tifato per me quando stavo per rimanere incastrata e per le foto! Quando vorrete sarete i benvenuti a Roma!

 

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