Tra case e osterie brindiamo a Bologna!
Una bohéme confortevole, come canta Guccini, Bologna sa quello che vale e sa raccontarlo.
Bologna la Rossa. Per i suoi colori (non solo politici). I tetti, i portici, le case del centro ti avvolgono in tutte le tonalità del rosso, passando dal rosso mattone al giallo ocra. Sembra di essere sempre al tramonto. Il sole gioca con i colori e i bolognesi si mimetizzano abbinandosi nel vestiario alle tonalità calde della città, che rispecchia la loro personalità. Rossa come le statue di terracotta del “Compianto sul Cristo Morto” opera estremamente emozionante di Niccolò dell’Arca. Rosso come il vino che scorre a fiumi e si confonde nelle vene dei bolognesi colorandone le guance e le labbra.
Bologna la Grassa, attraverso i profumi delle sue specialità culinarie. Si entra nelle trattorie e nei negozi di generi alimentari e si viene subito pervasi dal profumo degli affettati in particolare della mortadella e dei ciccioli, dei formaggi, della Crescenta, pane speciale proveniente dalla semplicità casereccia di altri tempi. Poi la pasta, la lasagna, i tortellini…non è possibile non cedere ad una pausa dalla dieta quando si visita questa città.
Bologna la Dotta. Antichissima città universitaria, i numerosi studentila animano trasformandola in un grande Ateneo cittadino. L’Università di Bologna è considerata la più antica università del mondo occidentale. Fu Giosuè Carducci a presiedere la commissione che stabilì il 1088 come anno della sua fondazione. Giurisprudenza e Teologia le prime facoltà, affiancate successivamente dalle altre tra cui Medicina rimane una delle più importanti.
L’Archiginnasio, antica sede dell’Università ci mostra ancora gli stemmi delle famiglie dei giovani universitari dell’epoca ma anche l’affascinante Teatro Anatomico luogo adibito alle dimostrazioni anatomiche effettuate tramite dissezione di cadaveri. Tra le statue si scova quella del primo chirurgo plastico, che sorregge con le dita un naso!
Ma le parole che definiscono bologna sono anche Torri, Tortellini e Tette!
Le Torri di Bologna fin dal Medioevo non hanno mai avuto niente da invidiare allo skyline di New York. Le sfide a chi costruiva la torre più alta tra le famiglie, i suoi tetti così fitti e rossi di cui ci si rende conto solo guardandola dall’alto…magari proprio da una Torre quella degli Asinelli! Per non parlare dei tortellini accarezzati dalle sapienti mani delle donne emiliane, prosperose e sempre sorridenti.
Dalla mia permanenza a Bologna, dalle passeggiate sotto gli innumerevoli portici non posso non introdurre anche io 3 parole che la descrivono ulteriormente, le 3 B!
Bologna e le biciclette. Non c’è strada non percorsa e non percorribile in bici. Si vedono distese di bici parcheggiate dalla stazione al centro. Accompagnano la vita cittadina in ogni suo aspetto. C’è anche il mercato nero delle bici abbandonate e ci sono associazioni che lo contrastano!
Ma Bologna è anche una bottiglia sempre sul tavolo e sempre piena di vino. Non c’è bisogno di chiedere è obbligatorio, come sono obbligatori i brindisi per strada seduti per terra come gli studenti oppure nelle osterie dove si diventa presto amici di tutti anche di chi hai appena conosciuto!
E’ così che ci lascia Bologna la rossa, la grassa, la dotta, la città delle torri, dei tortellini e delle tette ma anche delle biciclette, delle bottiglie e dei brindisi, felici di averla percorsa in lungo e in largo e lasciandola sentendosi un po’ a casa nonostante i piedi gonfi soprattutto dopo aver visitato il Santuario di San Luca ed aver ammirato il panorama dei colli.
Bologna e i suoi “segreti” curiosi e svelati come il portico più lungo del mondo, la Piazza Maggiore e il suo enorme marciapiede da cui prende forma il pane Crescenta che presenta nei bordi le sbeccature dei carri armati americani, il portico degli innamorati dove è possibile sperimentare un “telefono senza fili” Medievale nel Voltone del Podestà, le curiose oscenità della mano di Nettuno, le frecce di balestra conficcate nei soffitti dei portici, le torri che pendono, ispirazione persino di Dante nella Divina Commedia e la “piccola Venezia” in via Piella, uno scorcio sul Canale delle Moline.
Non basta una bottiglia di Lambrusco per raccontare tutta Bologna, per ora brindiamo a Lei a chi ci vorrà andare e a chi c’è stato con l’augurio di ritornare presto!